“IL BABA’”: IL DOLCE CHE UNISCE NAPOLI E PARIGI_ RUBRICA “L’ITALIA E LA FRANCIA IN CUCINA”

“IL BABA’”: IL DOLCE CHE UNISCE NAPOLI E PARIGI_ RUBRICA “L’ITALIA E LA FRANCIA IN CUCINA”

___ di Doris Cutrino

Golosa! Questo è l’aggettivo che più mi rappresenta. Il mio essere golosa, però, non si ferma solo al vizio della gola, bensì è un desiderio vivo che mi fa propendere verso tutto ciò che procura piacere. Nel mio caso, il piacere va di pari passo con la scoperta di posti nuovi, di pietanze sconosciute, di storie mai raccontate e di tanto altro ancora.

Forse è grazie al mio spirito di viaggiatrice che, gironzolando per le vie di Napoli, ho provato un senso di infinito. Chi non avesse mai visitato questa meravigliosa città lo invito a farlo. Ci sono vicoli, botteghe, scorci meravigliosi, palazzi storici. Inoltre, mentre si passeggia, si possono provare innumerevoli golosità dello street food locale.

Andando qua e là, mi sono ritrovata di fronte alle vetrine di una pasticceria.  Che dire, sono entrata ed è stato come salire sulla giostra: tartellette, biscottini, torte….. e BABA’.

Vi è mai capitato di assaggiare il Babà napoletano? Se la risposta è negativa, non vi resta che porre rimedio a questa mancanza e abbandonarvi, così, alla quintessenza del piacere. Morbido, succoso, inzuppato nel rhum, dolce e amaro allo stesso tempo, il babà farebbe perdere l’anima anche al più santo dei santi.

La storia del babà si intreccia con le vicende della famiglia reale francese.  Il re di Polonia Stanislao Leszczinski, dopo la sconfitta subita da Pietro il Grande, venne mandato in esilio nella Lorena dove trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita. In questo periodo, ebbe la possibilità di dedicarsi agli studi filosofici e anche alle sperimentazioni culinarie.

Fu proprio in preda a queste sperimentazioni che un giorno, dopo aver consumato il kugelhopf, dolce a lievitazione tipico del territorio molto simile alla golosa babka ponczowa originaria della Polonia, chiese al suo pasticcere di inzuppare il dolce nel vino di Madeira. Il buon uomo non si limitò solo a questo e aggiunse all’impasto anche dello zafferano.

La storia, però, non finisce qui! Nel 1725 Maria Leszczyńska, figlia di Stanislao Leszczinski, sposò Luigi XV di Borbone re di Francia. Con lei migrarono in Francia non solo le dame di compagnia, ma anche il dolce goloso e la sua ricetta. E’ alla corte di Versailles, infatti, che il Babà, come venne ribattezzato, riscosse i suoi primi successi.

Tutti lo cercavano, tutti lo volevano.” Il babà, tuttavia, iniziò a subire una serie di modifiche tanto che nel 1835 il pasticcere del re di Francia decise di rielaborare nuovamente la ricetta bagnando il babà con il rhum e conferendogli, in questo modo, la forma a fungo che conosciamo ora.


Maria Leszczyńska e Luigo XV

Nonostante mancassero gli strumenti di scambio merci di cui disponiamo ai nostri giorni, il mitico babà, “O Babbà”, come venne ribattezzato dai pasticceri locali, riuscì a valicare le Alpi arrivando a Napoli grazie all’aiuto della regina Maria Carolina, la sorella démodée di Maria Antonietta.

Qui il piccolo fungo al rhum diventò un vero e proprio dolce “da passeggio”: una sorta di street food della nobiltà cittadina dell’epoca.

Oggi Sua Maestà il Babbà resta il simbolo non solo della tradizione partenopea, ma anche del legame nascosto che unisce Napoli e Parigi.

Questa virtuale passeggiata storico culinaria che, iniziata nel Settecento, è approdata ai nostri giorni ci ha permesso di scoprire i segreti della pasticceria dei reali francesi e la modernità dei partenopei, oltre che di accrescere in noi la voglia del Babbà napoletano.

Il Babbà, infatti, resta un’esplosione di gusto, uno scrigno di piacere, un sogno in cui Eros e Tanatos si uniscono in un abbraccio infinito. Una cosa è certa: né gli italiani, né i francesi possono farne a meno!

2 thoughts on ““IL BABA’”: IL DOLCE CHE UNISCE NAPOLI E PARIGI_ RUBRICA “L’ITALIA E LA FRANCIA IN CUCINA”

  1. Ho assaggiato il mio primo babà lo stesso giorno in cui ho scoperto Napoli.Giorni indimenticabili tra vicoli viuzze e una miriade di colori e di canti.
    Sua Maestà il babà e i Napoletani mi hanno conquistato!

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