Quando, nel 1533, la nobildonna si trasferì a Parigi dopo il matrimonio con Enrico II, futuro re di Francia, regalò ai francesi non solo l’uso della forchetta (ebbene sì, le posate all’epoca erano utilizzate soltanto nelle corti di Firenze e Venezia!), ma anche una lunga serie di ricette della ricca tradizione gastronomica toscana.
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Si narra che i francesi idearono questi dolcetti in onore di Maria Maddalena altrimenti detta Maria di Magdala, una delle poche donne che rimase ai pedi della Croce di Gesù durante la Sua crocifissione e prima testimone oculare, nonché annunciatrice, della Sua resurrezione.
Questo pregiato frutto di mare, dolce e saporito, è uno dei molluschi più ricercati e consumati al mondo. Pecten Jacobaeus, pettine di Giacobbe, è il nome scientifico di quella che comunemente viene chiamata capasanta, un mollusco bivalve appartenente alla famiglia delle Pectinidae.
Nata in Francia, la Torta Saint Honoré è diventata “le gâteau” per antonomasia con cui festeggiare date ed eventi significativi. Una prelibatezza che ha trovato in Italia un grado d’apprezzamento così forte da rappresentare una preparazione dolciaria a cui conferire il riconoscimento di “Patrimonio gastronomico” dell’umanità.
Nonostante mancassero gli strumenti di scambio merci di cui disponiamo ai nostri giorni, il mitico babà, “O Babbà”, come venne ribattezzato dai pasticceri locali, riuscì a valicare le Alpi arrivando a Napoli grazie all’aiuto della regina Maria Carolina, la sorella démodée di Maria Antonietta.
In italiano si parla di mangiare la pasta mentre in francese di manager des pâtes: la concezione d’oltralpe è semplicemente diversa. In Italia un piatto di pasta è visto come un’unità, in Francia come “piccoli pezzi di pasta di semola di grano duro presentati in varie forme”